Mentre da un lato di questa relazione c’è una persona con esigenze emotive complesse, dall’altra c’è un professionista talvolta vincolato da un ruolo di responsabilità e dalla necessità di bilanciare la speranza con il pragmatismo.
L’alleanza terapeutica è un’espressione sempre più spesso utilizzata per riferirsi alla necessaria condivisione del percorso di cura e degli obiettivi da raggiungere tra l’operatore sanitario e il suo assistito. Stabilire una collaborazione fatta di responsabilità e compiti distribuiti tra le due parti è un passaggio imprescindibile per la buona riuscita dei trattamenti. Il dialogo, da questo punto di vista, assume un ruolo ancor più rilevante, non solo per l’oncologo, ma per tutte le figure chiamate a confrontarsi con il paziente: infermieri, case manager, chirurghi, psiconcologi.
Un elemento fondamentale della relazione terapeutica è l’empatia. Nell'uso comune, empatia è l'attitudine a offrire la propria attenzione per un'altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali. La qualità della relazione si basa sull'ascolto non valutativo e si concentra sulla comprensione dei sentimenti e bisogni fondamentali dell'altro. Nelle relazioni d’aiuto, l'empatia è considerata un elemento fondamentale della relazione di cura. Non possiamo prenderci cura dell’altro, ad esempio, se non siamo in grado di comprendere e di connetterci con le emozioni del nostro assistito o paziente.
Quali possono essere i motivi per cui si può deteriorare il rapporto tra operatore sanitario e paziente?
Mancanza di tempo e sovraccarico lavorativo
Convinzione di non competenza di ruolo
Mantenimento della scissione tra gli aspetti legati al corpo e quelli legati all’area psicosociale
Timore di ferire inutilmente il paziente
Paura di non saper rispondere a domande difficili e di dire le cose sbagliate
Timore di non poter risolvere i problemi e di non saper gestire le emozioni del paziente
Timore di restare troppo coinvolti nella relazione
Suggerimenti per favorire un buon rapporto con il paziente:
Creare un contesto comunicativo – Nei limiti del possibile luogo idoneo per parlare senza essere disturbati;
Accoglienza – Andare incontro al paziente, salutarlo, chiamarlo per nome, presentarsi e definire il proprio ruolo, rimuovere le barriere comunicative, assicurarsi che la persona si senta a proprio agio;
Contesto temporale – Comunicare alla persona il tempo che si ha a disposizione;
Mediazione – Creare una lista dei problemi da discutere.
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