La compassion fatigue è uno stato psicologico che puo' interessare il personale sanitario. Aycock e Boyle (2009) affermano che la "compassion fatigue comporta un profondo logoramento fisico, emotivo e spirituale accompagnato da sofferenza emotiva [...] che nasce da un eccesso di risonanza empatica e da un progressivo esaurimento delle risorse interiori dell'operatore”.
La compassion fatigue si distingue dalle altre forme di sofferenza professionale perché genera una perdita di senso e di significato che oltrepassa la sfera lavorativa e che investe l'intera vita dell'operatore.
Simile al burnout e al Disturbo post traumatico da stress, la compassion fatigue si manifesta con una ridotta performance lavorativa, stanchezza (emotiva e fisica), stress e abbassamento del tono dell’umore. Si origina soprattutto dal continuo contatto con i pazienti e dalla frustrazione che può derivare dal non riuscire ad alleviare il loro dolore.
Si tratta di una condizione difficile da individuare e spesso con risvolti pesanti sulla psiche e dal forte impatto nella vita di tutti i giorni, ma non per questo è irrisolvibile; La compassion fatigue si può curare e soprattutto prevenire,cercando di intervenire alla comparsa dei primi sintomi.
I sintomi possono essere:
Emozionali : rabbia, apatia, cinismo, scoraggiamento, irritabilità, diminuzione dell’entusiasmo, sensazione di essere sopraffatti e presenza di flashback o ricordi estremamente intrusivi di esperienze con e dei pazienti.
Cognitivi : noia, difficoltà di memoria e di concentrazione.
Fisici : stanchezza, insonnia, dolori (emicrania, tensione muscolare), sintomi gastrointestinali, ipertensione, difficoltà a rilassarsi, esaurimento, palpitazioni.
Sociali : Isolamento e perdita di interesse con possibile adozione di comportamenti problematici per far fronte allo stress come abuso di alcol, droghe, farmaci, cibo, gioco, iperlavoro ecc.
Lavorativi : evitamento, insoddisfazione, minor concentrazione e memoria, errori di valutazione, scarsa pianificazione del trattamento, incapacità di mantenere l’equilibrio tra empatia e obiettività, ridotto senso di realizzazione personale, difficoltà ad avviare attività di routine;c.maggior assenteismo, ritardo negli orari e nelle scadenze.
Cosa si può fare?
La compassion fatigue si verifica perchè l’operatore sente minacciati alcuni bisogni profondi (sicurezza, fiducia, autostima, intimità e controllo) necessari per sentire soddisfazione sia nella vita personale che lavorativa.
Di conseguenza, per tutelare la propria salute mentale, fisica ed emotiva è necessario che l’operatore metta in atto strategie auto-compassionevoli in modo da poter ricaricare le proprie batterie e soddisfare i propri bisogni emotivi.
Nello specifico, si possono identificare diverse strategie a più livelli:
FISICO: esercizio fisico, ore di sonno adeguato, buona alimentazione;
PSICOLOGICO: riduzione dello stress fuori dal lavoro, diventare consapevoli dei fattori di rischio, definire dei limiti personali, coltivare un atteggiamento compassionevole;
SOCIALE: costruzione di una rete di supporto psicologico ed emotivo nell’ambiente lavorativo e personale, connettersi con gli altri, con la natura e la spiritualità;
PROFESSIONALE: trovare un equilibrio tra lavoro, vita privata e cura di sè, rinunciare all’esecuzione di più compiti contemporaneamente;
E se non mi dovessi sentire meglio?
Se ti riconosci in questo quadro o in alcuni di questi sintomi, chiama il Servizio di Psicologia o recati al Centro di Ascolto. Uno psicologo potrà aiutarti a gestire queste emozioni difficili che spesso interessano i professionisti della cura e tornare ad una condizione di benessere.Rispettando i tuoi bisogni non solo migliorerai la qualità della tua vita ma anche la capacità di connetterti con le persone di cui ti prendi cura.
Nelle sezioni "Strategie per il benessere" e "Mindfulness & Tecniche di rilassamento" puoi trovare degli strumenti utili che possono esserti utili per gestire quest'emozione.
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