Molti studi hanno dimostrato che il caregiver è esposto a una serie di fattori stressanti, che possono favorire l’insorgenza di disturbi fisici (insonnia, stanchezza, problemi gastrointestinali, mal di testa e disturbi della pressione arteriosa ecc.) e psicologici (ansia e depressione). Tuttavia, pur essendo tutti esposti al rischio non è detto che tutti sviluppino un vero e proprio disagio. Le reazioni di ciascun caregiver sono, infatti, in gran parte influenzate dalle strategie che adottano per gestire la situazione, dal senso che dànno alla propria esperienza e dall’atteggiamento che assumono di fronte alla malattia, dal supporto sociale disponibile per la famiglia o dai fattori di resilienza psicologica di ciascuno. Di contro, la tensione emotiva, il carico oggettivo e la preoccupazione per il congiunto malato rappresentano gli indicatori principali delle ricadute psico-sociali della malattia sui familiari.
Per la sua salute e per continuare la sua funzione assistenziale, il caregiver deve dosare le proprie energie e avere la giusta cura di sé per cogliere l’eventuale comparsa di segnali d’allarme. Per quanto riguarda la sintomatologia ansiosa, alcuni dei campanelli più frequenti possono essere sentimenti di impotenza di fronte alle difficoltà e alla sofferenza della persona malata e preoccupazioni costanti per la persona malata al punto da non riuscire a pensare ad altro. Riconoscere i propri limiti, trovare un po’ di tempo per se stessi e preservare il proprio benessere psico-fisico è indispensabile per mantenersi al meglio delle proprie energie fisiche e mentali e per essere d’aiuto all’altro.
Il caregiver deve, quindi, impegnarsi a:
Mantenere un corretto equilibrio tra le necessità della propria vita e quelle richieste dalla funzione di assistenza, ricordando che essere sempre concentrato sulla malattia del congiunto può alimentare ansie e preoccupazioni che si trasmetteranno anche al malato;
Ritagliarsi dei momenti di stacco senza sentirsi in colpa, per preservare e recuperare le energie a vantaggio della qualità della relazione con la persona malata;
Riservare per sé la stessa attenzione che dedica al malato, senza sottovalutare le proprie reazioni fisiche ed emotive (stanchezza, solitudine, frustrazione);
Condividere con altri l’onere dell’accudimento della persona malata e delle incombenze quotidiane.
Nelle sezioni “Strategie per il benessere” e “Mindfulness & Tecniche di rilassamento” potrai trovare degli esercizi utili che possono aiutarti a gestire i tuoi momenti di ansia e a trovare degli spazi di rilassamento.
Bibliografia:
https://apc.it/articoli-divulgativi/infografica-ansia-quali-sintomi-come-eliminarla/
https://www.aimac.it/libretti-tumore/tumore-anziani-caregiver/avere-cura-di-se-per-prendersi-cura-dell-altro
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