La chemioterapia può causare disturbi al sistema nervoso e, benché molti di questi problemi migliorino entro un anno dalla fine della cura, altri potrebbero accompagnarvi per il resto della vita.
La medicina moderna ha fatto grandi passi avanti grazie alle nuove tecnologie, rendendo sempre più possibile una cura del cancro, con la chemioterapia.
Nel linguaggio comune, con il termine chemioterapia si indicano le più comuni cure farmacologiche utilizzate contro il cancro. Per quanti risultati positivi si possano ottenere, sottoporsi alle terapie, seppur efficaci, non è per mai facile per i pazienti, a causa degli effetti collaterali che questo comporta sia a livello fisico che mentale.
Certo, i farmaci chemioterapici sono cambiati nel tempo e oggi non sono più tossici come nel passato. Il loro compito, non trascurabile, è quello di salvare la vita del paziente. Tuttavia portano con sé alcuni effetti collaterali che variano in base al tipo, alla dose, alla modalità di somministrazione e anche di persona in persona.
Una di queste di queste conseguenze è una piccola ma sostanziale perdita di udito che, a seguito di un percorso chemioterapico, impatta notevolmente la vita del soggetto coinvolto.
Da numerose analisi e osservazioni cliniche, è stato constatato che diverse modalità di somministrazione e dunque diverse chemioterapie comportano altrettanto diversi effetti collaterali, tra cui ipoacusia e danni permanenti all’orecchio interno. Tra i trattamenti che contrastano le cellule tumorali, troviamo anche la radioterapia, anch’essa associata ad una possibile perdita uditiva.
Tra le chemioterapie, quelle che comportano maggiormente problemi di udito sono le chemioterapie a base di di platino: tra queste, farmaci come il cisplatino e il carboplatino. Il platino è fortemente ototossico: può danneggiare la coclea e le cellule ciliate dell’orecchio interno, portando così a perdita di udito grave e permanente, nonché diversi problemi di equilibrio corollari.
I farmaci ototossici riportano conseguenze secondarie sulla salute dell’udito che variano a seconda dell’età del soggetto coinvolto, della sua storia clinica e anche in base al tempo di esposizione alla terapia.
La radioterapia, è un’altra fondamentale forma di trattamento del cancro spesso associata alla chemioterapia. Tale trattamento si serve di particelle o onde ad alta energia per uccidere le cellule tumorali e ridurre così i tumori.
Recenti studi dimostrano che quasi il 100% della radiazione somministrata riesce a raggiungere le strutture del sistema uditivo, danneggiandolo parzialmente. Specialmente quando viene usata per trattare i tumori della testa o del collo, la radioterapia può portare a danni alla coclea o al nervo acustico, con conseguente perdita dell’udito neurosensoriale.
Nessuno dovrebbe scegliere tra l’essere libero dal cancro o mantenere l’udito. Anche se la perdita dell’udito dopo la chemioterapia è spesso permanente a causa del danno irreversibile dell’orecchio interno, gli apparecchi acustici possono aiutare in maniera sostanziale a riprendere in mano la propria vita e a sentirne tutti i suoni.
Chemioterapia e radioterapia sono ottime alleate che sempre di più aiutano a combattere la guerra contro il cancro. È sempre bene affidarsi a medici competenti che sapranno somministrare la cura migliore e più efficace per ogni caso clinico.
Relativamente alla visione è possibile riscontrare:
Problemi a indossare le lenti a contatto. Alcuni tipi di farmaci chemioterapici possono causare secchezza oculare e rendere quindi difficile indossare le lenti a contatto. Chiedete al medico o all’oculista se sia comunque possibile indossare le lenti a contatto durante i periodi di chemioterapia, o se non sia preferibile sospenderne temporaneamente l’utilizzo.
Visione offuscata. Alcuni tipi di chemioterapia possono ostruire i condotti lacrimali e questo può causare una visione confusa ed annebbiata.
Lacrimazione abbondante. A volte il farmaco può filtrare nelle lacrime e questo può far sì che gli occhi lacrimino più del solito.
Se la visione diventa confusa o gli occhi lacrimano più del solito informa il medico.